Responsabile del progetto Karoline BeltingerTeam Philipp Hitz (fino al 29.2.2020), Stefan Schreier, Nadim C. Scherrer, Carolina Zanchet Guerra (fino al 31.10.2020)Partner Hochschule der Künste Bern HKB, laboratorio di scienze naturali del Dipartimento di Conservazione e Restauro; Biblioteca Universitaria di HeidelbergDurata 2019–2022Collana KUNSTmaterial, volume VI Descrizione del progetto Il punto di partenza del progetto di ricerca è un taccuino, in cui il pittore della Svizzera interna Hans Emmenegger (1866–1940), nel primo quarto del XX secolo, registrò sistematicamente informazioni riguardanti le sue tecniche pittoriche. Di particolare interesse le 150 pagine in cui l’artista tra febbraio del 1901 e giugno del 1905 documentò la genesi, spesso lunga e difficile, dei suoi dipinti, le sue riflessioni tecnico-artistiche a riguardo, i suoi successi, ma anche gli insuccessi, nell’ambito della tecnica pittorica. Nell’ultima pagina stilò un breve elenco dei materiali pittorici utilizzati. Si tratta di prodotti acquistati da fabbricanti più o meno noti, come tele già preparate, tubetti di colore (olio e tempera), diversi leganti, essiccanti, fissativi e vernici. Nell’ambito del progetto di ricerca sono stati sottoposti a valutazione scientifica gli elenchi e le annotazioni diaristiche di Emmenegger, che costituiscono una straordinaria testimonianza non soltanto sulla sua produzione, ma anche sul più ampio contesto delle tecniche pittoriche all’inizio del XX secolo. Alcuni dipinti realizzati dall’artista fra il 1901 e il 1905 vengono inoltre esaminati con procedimenti di immaginografia e sul piano dell’analisi dei materiali, oltre a essere comparati con le relative annotazioni sul taccuino. La serie di illustrazioni sottostante dà un’idea del lavoro di ricerca svolto. Il piccolo taccuino di Hans Emmenegger, che costituisce il punto di partenza del progetto di ricerca di SIK-ISEA nell’ambito della tecnologia dell’arte, si trova oggi nell’archivio manoscritti della Biblioteca centrale e degli studi superiori di Lucerna. Da questa pagina del taccuino si deduce che tra il 12 e il 14 febbraio 1902 l’artista lavorò al disegno sottostante del dipinto Solitude (qui denominato numero «37») e il giorno dopo cominciò ad applicare il colore di fondo. A marzo Solitude era terminato. Hans Emmenegger, Solitude, 1902–1904, olio su tela, 96,5 x 130 cm, Kunstmuseum Solothurn, Foto: SIK-ISEA, Zurigo (Philipp Hitz). Emmenegger dipinse Solitude in atelier sulla base di uno studio che l’autunno precedente aveva realizzato all’aperto sul lago di Garda. Nell’ambito del progetto di ricerca di SIK-ISEA, la preparazione e la distribuzione dello strato pittorico di Solitude – e degli strati pittorici di altri dipinti selezionati – vengono esaminate sulla base di minuscoli campioni di materiale e confrontate con le annotazioni di Emmenegger. Dopo aver esposto Solitude a Parigi nell’estate del 1902, l’artista lo rielaborò per la prima volta nel dicembre dello stesso anno. Documentò nel taccuino questo successivo intervento e altri più tardi rifacimenti. «Ombra proiettata sul cipresso al centro, allargata in alto a sinistra», annotava Emmenegger a dicembre del 1902, durante la prima rielaborazione di Solitude. La riflettografia infrarossa (IRR) mostra la prima ombra più stretta, che oggi è più larga. L’immagine a raggi X mostra le nuvole che il pittore aggiunse nel dicembre del 1902, ma che coprì di nuovo a febbraio del 1904 nel corso dell’ultimo rifacimento. I risultati sono pubblicati nel volume VI della collana KUNSTmaterial, oltre che online. Il taccuino stesso è disponibile online; per l’edizione online è stata avviata una collaborazione con arthistoricum.net e con il servizio informazioni di studi d’arte delle biblioteche partner UB di Heidelberg e SLUB di Dresda. Vedi www.arthistoricum.net Il progetto è stato finanziato da: Landis & Gyr Stiftung, Zug Promozione culturale Cantone di Lucerna Schweizerische Akademie der Geistes- und Sozialwissenschaften (SAGW), Berna Swiss Re, Zurigo Collezioni pubbliche e private tramite il prestito di dipinti e H. Schmincke & Co., Erkrath, per i colori di riferimento